Locandina del film La Mala Educación
6 Gennaio 2021

Recensione la Mala Educación

La vita e i traumi dopo il collegio
di Simone Tuzza
Dottore di ricerca in Criminologia (Università di Montréal), Assegnista di ricerca, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Università di Bologna

La Mala Educación è un film di Pedro Almodóvar del 2004, un piccolo gioiello che racchiude tutta la poetica del regista spagnolo. Un film difficile, un rimando di specchi continuo, cambi di identità e un film nel film che, attraverso questa complessità, cerca di trasmettere allo spettatore le difficoltà della vita, dall’infanzia all’età adulta, trascorsa tra sofferenze ed abusi. Abusi, perché il film si apre con la narrazione delle giornate passate in un collegio spagnolo per soli ragazzi agli inizi degli anni ’60 dove Padre Manolo, il direttore del collegio, ha un debole per il giovane Ignacio (di soli 10 anni) e di cui abusa. Nonostante ciò, venga percepito dallo spettatore, gli eventi vittimizzanti non verranno mai esplicitati nel film se non con sequenze che suggeriscono senza mostrare. Ed è proprio qui che Almodovar riesce ad esprimersi al meglio nel rivelare la violenza senza renderla manifesta, mentre tutto il resto del film è molto chiaro nel narrare la vita dei protagonisti, i ricatti, la droga, il travestitismo, gli amori omossessuali, i drammi esistenziali, le difficoltà dei processi di transizione. Il regista mescola sapientemente più registri narrativi, tramite scene esteticamente e emotivamente strazianti che si alternano a momenti bassi, a ricatti, che scaturiscono tutti, o sembra così suggerire Almodóvar, dall’infanzia rubata. Anche perché Padre Manolo, oltre a molestare Ignacio, caccerà Enrique, suo compagno di collegio e suo primo amore, per impedire a Ignacio di frequentarlo. Pare, inoltre, che il regista abbia preso spunto da esperienze autobiografiche e dalla vita in collegio da lui trascorsa da bambino. La Mala Educación è un film multi-sfaccettato che abbraccia più periodi narrativi, dagli anni ’60 in collegio alla Madrid degli anni ’80, che si intrecciano con un mondo di persone che si sentono ai margini della società, che sperimentano difficoltà emotive, economiche, relazionali, identitarie, ma che trasmettono, pur nelle loro difficoltà, un’estrema umanità, anche quelle più colpevoli. In questo film di Almodóvar nessuno è veramente innocente o veramente colpevole ed è anche per tale ragione che la narrazione del regista risulta credibile e profonda.