1 Aprile 2021

Recensione film “La Classe – Entre les murs”

Educazione, scuola e difficoltà adolescenziali
Simone Tuzza
Assegnista di Ricerca, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Università di Bologna

Il film di Laurent Cantet ha vinto la Palma d’Oro a Cannes nel 2008 e narra le vicende di un insegnante parigino (François Bégaudeau) alle prese con una classe multietnica in una scuola elementare alla periferia di Parigi. Lo spettatore, più che di fronte a un film che narra una storia, si trova immerso in una sorta di documentario, in un microcosmo che si svolge entro “les murs” della scuola tra insegnanti e studenti. Difatti, tutti gli interpreti sono non professionisti e fanno parte sia del corpo docente (compreso il preside) sia dei veri alunni dell’istituto rappresentato. Lo stesso protagonista, il professore di francese, ha scritto la sceneggiatura insieme al regista.

Attraverso il conflitto, l’amicizia e le interazioni tra i protagonisti, il film racconta una Francia multietnica e multirazziale alle prese con le sue contraddizioni. “La Classe”, infatti, è rappresentativa di un contesto più ampio in cui si intersecano integrazione, seconde generazioni e sentimento di appartenenza.

Il lungometraggio però non si esaurisce nella metafora della società attuale francese, ma porta con sé anche un’analisi del processo educativo, delle vittorie e delle sconfitte che un lavoro, spesso sottovalutato, guida i ragazzi verso l’età adulta ed è perno di processi sociali.

La bellezza del film risiede sicuramente nella sua franchezza. Il semi-documentario non si schiera mai, si limita ad esporre, a fornire uno spaccato di cosa sia la scuola oggi in un paese occidentale europeo e di ciò che si nasconde dietro quei murs.

È un film che andrebbe proiettato in tutti gli istituti scolastici italiani perché è educativo a più livelli, non solo per gli studenti, ma anche per gli insegnanti. La bravura dei giovani ragazzi, rappresentativi di varie etnie e culture, è sbalorditiva e proietta lo spettatore all’interno delle dinamiche scolastiche con un realismo disarmante proprio perché spontaneo e non ricercato.