Il romanzo di John Green del 2012 The Fault in Our Stars (titolo ispirato a una scena del Giulio Cesare di Shakespeare) è stato un successo planetario e nel 2014 ne è stato tratto l’omonimo film.
Le vicende narrate ruotano attorno alla difficoltà di con-vivere con il tumore da parte di giovani ragazzi. Il libro è molto toccante e delicato nonostante non risparmi descrizioni dolorose della malattia, ma è anche un romanzo di formazione per le nuove generazioni.
La storia è quella di una giovane (Hazel Grace) che s’innamora (e impara a farlo) di un altro ragazzo (Augustus detto Gus) “sopravvissuto” anch’egli a un male alle ossa che lo ha lasciato senza una gamba e che la ragazza incontrerà in una delle riunioni di auto-mutuo aiuto per i malati/guariti dal cancro. I rapporti tra gli adolescenti, la famiglia, il primo amore, i gruppi di supporto e un fantomatico autore di un libro di cui la protagonista è incantata sono tra i temi raccontati.
La scrittura del testo è molto agevole e semplice ed è infatti adatta anche a un pubblico giovane che, attraverso questo romanzo, può identificarsi nell’affrontare le difficoltà dell’adolescenza qui amplificate all’ennesima potenza dietro la questione delle malattie terminali. Difatti, forse l’aspetto più interessante di tutto il libro è proprio questo. La malattia non è mai narrata in termini patetici o stucchevoli, ma lo sforzo dell’autore è quello di raccontare con onestà e crudezza chi con le malattie convive quotidianamente. Per tale motivo, nonostante la drammaticità e l’accuratezza dei fatti narrati, vi sono momenti divertenti dove si esorcizza “il male” e dove la vita “nonostante tutto” prende il sopravvento ed è celebrata. A tal proposito il racconto si presta bene a una lettura per i più giovani che possono immedesimarsi con i protagonisti e al tempo stesso comprendere le difficoltà delle persone fragili che devono lottare più degli altri per ottenere cose semplici che tutti noi “sani” diamo per scontate ogni giorno.