Nessuno ti crederà di Danielle Scherer (2013) è un libro/testimonianza drammaticamente semplice e sincero.
La lettura scorre veloce e coinvolgente, entriamo da subito in queste memorie affidate a Padre Gabriel Ringlet da parte di una devota cattolica (Danielle), che decide, una volta per tutte, di liberarsi del suo passato. Questa giovane bambina, di cui seguiamo la crescita fino a diventare ragazza e poi donna, vive nel contesto di un villaggio agricolo in Belgio al confine con la Francia, in una famiglia numerosa e molto cattolica, forse la più orgogliosamente cattolica del paese. Il rapporto della giovane Danielle con la famiglia non è idilliaco, è spesso emarginata e solitaria, ma la sua fede è forte e la sua vocazione granitica. All’epoca dell’infanzia della protagonista nei paesi di provincia tutto ruota intorno alla Chiesa di paese e l’arrivo del nuovo giovane parroco è salutato come l’evento del secolo. Anche per Danielle, quell’incontro sarà determinante per la sua vita e segnerà un “prima e un dopo” drammatico per la sua esistenza. A soli dieci anni, infatti, Danielle subirà una serie di angherie, violenze e sudditanza psicologica dall’uomo che per tutto il libro viene nominato dalla protagonista solo come “il curato”. Il curato sarà il centro delle gioie (iniziali, per aver finalmente trovato qualcuno disposto ad ascoltarla) e soprattutto dei dolori della giovane che per anni subirà le sue violenze e il suo carattere dominante. Il rapporto con questa persona abusante non sarà mai trattato nel testo con dovizia di particolari scabrosi, ma piuttosto assistiamo alla descrizione accurata dei meccanismi manipolatori posti in essere dal suo carnefice, e anche alla subordinazione spirituale della povera protagonista alle prese con un senso di colpa enorme. Saranno solo la forza di volontà, la sua fede e gli anni che passano ad aiutare Danielle, che, con le proprie forze, dopo non essere stata creduta più volte, riuscirà e a lasciarsi alle spalle un passato doloroso.