30 Ottobre 2020

Il minore quale soggetto vulnerabile

di Raffaella Di Cola
Save the Children Italia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (report 1999, 2002) riconosce come forme di abuso, l’abuso psicologico/emotivo, l’abuso fisico, l’abuso e lo sfruttamento sessuale, l’incuria o trattamento negligente. 

Tali forme di abuso, soprattutto se agite in età precoce e reiterate nel tempo, possono generare conseguenze traumatiche profonde nella psiche e nel corpo di ogni individuo (Van der Kolk, 2014).

Si intende per <vittima> “una persona fisica che ha subito un danno, anche fisico, mentale o emotivo, o perdite economiche che sono stati causati direttamente da un reato” (Direttiva 2012/29/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, 25 ottobre 2012).

Sono considerati soggetti vulnerabili gli individui che, per condizioni personali e/o contestuali (contingenti o permanenti), sono esposti, con maggiore probabilità, al rischio di subire un danno a seguito di tali forme di abuso. Le persone di età minore sono considerate “vulnerabili” in virtù dello sviluppo psicofisico ed identitario ancora in atto. Ogni minore è, per questo, potenzialmente a rischio di essere vittima di abuso e/o di maltrattamento o di malpratica educativa.

La compresenza, inoltre, di fattori personali, familiari, contestuali e/o sociali può amplificarne la condizione di vulnerabilità. La letteratura in tema di abuso e maltrattamento verso l’infanzia nonché le evidenze statistiche, nazionali e internazionali, rilevano che il contesto familiare risulta essere il luogo dove, con maggiori probabilità, tali forme di abuso possono essere agite. Il rischio però che tali comportamenti possano essere commessi in danno dei minori anche in contesti extrafamiliari è altresì molto probabile. 

Un comportamento abusante è potenzialmente possibile quando sussiste una disparità di potere tra le parti. Può inoltre generato da uno drive motivazionale basato sull’ “intenzionalità” (un atto consapevole e volontario) oppure su erronee convinzioni personali e/o culturali piuttosto che indotto da fattori di stress correlati al lavoro.

Chi agisce abuso o maltrattamento nei confronti di una persona minorenne può essere, di fatto, una qualsiasi persona verso la quale il/la minore ha riposto la propria fiducia così come può essere una persona conosciuta, una persona sconosciuta o altro/altra minore.