Family Violence
8 Febbraio 2021

Fattori di rischio dell’abuso sessuale all’infanzia in base al genere e fattori che favoriscono il disvelamento e la gestione del trauma

di Erika Bernacchi
ricercatrice Istituto degli Innocenti, cultore della materia in antropologia di genere Università di Firenze

Prevalenza della violenza sessuale in base al genere 

I dati statistici di cui disponiamo ci dicono che bambine e ragazze sono significatamene più esposte al rischio di subire abusi sessuali rispetto ai loro coetanei maschi, tuttavia dobbiamo tenere in considerazione una serie di elementi. I dati sulla prevalenza della violenza sessuale sui bambini e ragazzi maschi sono difficili da reperire. Varie ricerche anche in Italia, si focalizzano solo sugli abusi subiti da bambine e ragazze.

Una meta-analisi degli studi di prevalenza sulle vittime di genere maschile mostra che il 5,6% in media di tutti gli intervistati riferisce di avere subito violenze sessuali nell’infanzia e / o nell’adolescenza (Stoltenborgh et al. 2011). Tuttavia questa è solo una stima, poiché gli studi di prevalenza usano definizioni diverse di violenza sessuale e sono basati su approcci metodologici diversi (Bange 2011). Inoltre sappiamo che i ragazzi maschi disvelano la violenza sessuale subita meno delle proprie coetanee femminine (Priebe e Svedin 2008).

Studi recenti hanno riscontrato che tra i motivi che portano a non disvelare la violenza subita c’è soprattutto la mancanza di conoscenza e di consapevolezza degli abusi subiti, ma anche il timore delle conseguenze (Kavemann et al. 2016). Ciò a sua volta è legato alle caratteristiche della violenza (ad esempio la relazione con gli autori, la manipolazione e le strategie di intimidazione), ma anche i costrutti di genere, in particolare le caratteristiche della mascolinità, che sono da considerarsi come giustificazione dei bassi tassi di disvelamento da parte delle vittime maschili.

Mascolinità e stereotipi di genere 

Anche se le caratteristiche della mascolinità possono differire a seconda della classe, dell’età, del contesto sociale e della comunità, per lo più la mascolinità è associata a concetti come razionalità, autorità, forza, capacità di difendersi, indipendenza, controllo delle emozioni, eterosessualità (Connell 1996). L’assumere con successo una posizione di dominanza è uno dei criteri più importanti per il sesso maschile. 

L’insieme delle caratteristiche per essere identificato/identificarsi come maschio può costituire da molti punti di vista un ostacolo al disvelamento della violenza sessuale subita. Essere vittima di un’aggressione sessuale, essere vulnerabili e bisognosi di aiuto è infatti incompatibile con l’idea tradizionale dell’essere ragazzo o uomo. 

Tali stereotipi possono ostacolare la consapevolezza di essere target di violenza sessuale ed anche il disvelamento dell’accaduto. Inoltre rischiano di rendere meno liberi ragazzi e uomini di dare spazio alle proprie emozioni, di instaurare relazioni di fiducia o di cercare aiuto. 

Quindi possiamo concludere che il concetto tradizionale sui ruoli maschili dominanti contrasta in vari modi i processi di disvelamento per i maschi vittime di violenza sessuale.

Luoghi comuni e informazioni sbagliate sulla violenza sessuale

Come ha messo ben in luce il progetto europeo “Culture of care. Un ambiente di supporto per contrastare la violenza sessuale” (https://boyscultureofcareit.wordpress.com/) esistono inoltre tutta una serie di pregiudizi e informazioni sbagliate sulla violenza sessuale che rendono il disvelamento per i ragazzi maschi più difficile. Tra questi:

• l’idea che la violenza sessuale sia causa o conseguenza dell’omosessualità

• l’idea che la violenza sessuale subita porti a diventare a propria volta aggressori 

• l’idea che gli uomini possono essere solo autori di violenza e le donne solo vittime 

• l’incertezza sulla possibilità che anche le donne possano essere autrici di violenza e la resistenza a riconoscerle in quanto tale in casi sospetti. 

È soprattutto durante l’adolescenza che i ragazzi mostrano difficoltà a rivelare di avere subito una violenza sessuale. Tra le reazioni più presenti troviamo la paura “dell’effemminatezza”, dell’attribuzione dell’omosessualità e / o il timore di essere visti come potenziali abusanti (Mosser 2009).

Altri ostacoli al disvelamento sono la mancanza di conoscenza e consapevolezza. La violenza sessuale in particolare è “… l’argomento su cui i ragazzi hanno meno informazioni e non se le scambiano” (Mörchen 2014, p.187). Per molti ragazzi l’idea di una violenza sessuale ai loro danni è spesso ancora considerata un tabù, il che rende impensabile credere che invece potrebbero esserne vittime. Rivelare una violenza è ancora più difficile quando la violenza è commessa da una donna, poiché spesso è ancora considerato impossibile per le donne essere autrici di tali atti.

Gruppi ad alto rischio: bambini istituzionalizzati e bambini migranti 

Vi sono dei gruppi di ragazzi che sono esposti ad un rischio più alto di violenza sessuale, ad esempio bambini e adolescenti collocati in strutture residenziali o nel sistema carcerario minorile. In questi sottogruppi, il tasso di violenza sessuale è molto più alto che nel resto della popolazione. Si riscontra poi la particolare vulnerabilità alla violenza sessuale dei bambini migranti, in parte sotto forma di tratta e prostituzione, specialmente durante il viaggio alla volta di altri paesi europei.

Natura nascosta della violenza sessuale sui bambini e i ragazzi 

Possiamo concludere che per tutti questi motivi la violenza sessuale ai danni di bambini e ragazzi maschi è un fenomeno piuttosto nascosto e quindi invisibile nelle nostre società ed è una materia poco affrontata nel dibattito pubblico, tranne quando emergono degli scandali.

La violenza sessuale ai danni di ragazzi è spesso legata a un “doppio muro di silenzio” (Bange 2007). Le ragioni del silenzio sono spiegabili da un lato con le strategie messe in atto dall’autore della violenza, dall’altro da condizioni specifiche che rendono difficile per i ragazzi e il loro ambiente, e anche per gli operatori coinvolti, riconoscere l’atto commesso.

Uscire dal silenzio: creare una cultura dell’accoglienza e della fiducia e educare sugli stereotipi di genere 

È fondamentale quindi creare una cultura dell’accoglienza che permetta ai ragazzi di svelare gli abusi subiti attraverso la creazione di una relazione di fiducia tra ragazzi e operatori e più in generale adulti che sono in relazione con i ragazzi, come insegnanti, allenatori sportivi, coloro che hanno cariche religiose. 

Una serie di analisi hanno mostrato come un buon rapporto tra operatori e bambini/adolescenti e un atteggiamento di supporto da parte degli operatori stessi favorisce il disvelamento di una violenza. Molto importante è la creazione di spazi in cui stabilire relazioni di fiducia, dove poter parlare con sincerità e dove formare relazioni non basate sulla dipendenza. 

Fondamentale è anche che gli operatori ricevano un’adeguata formazione sugli stereotipi di genere in modo da comprendere meglio il modo in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze possono vivere e reagire all’esperienza della violenza sessuale. È importante che operatori e operatrici educhino ragazzi e ragazze liberi da stereotipi di genere ed in particolare in questo caso che mostrino ai ragazzi che si può essere uomini in molte forme diverse e che parlare di una violenza subita non è segno di debolezza ma di capacità di prendersi cura di sé e degli altri. 

Materiali di approfondimento:

Studio multi-paese sui drivers della violenza all’infanzia. Rapporto Italia. (2016) Istituto degli Innocenti

Creare una cultura dell’accoglienza contro la violenza sessuale. Manuale per operatori che lavorano con bambini e adolescenti maschi*. (2019) Progetto Boys* and culture of care.

https://careforboys.eu/_docs/BCoC_Handbook_IT.pdf