Le vittime di reati o abusi o maltrattamenti, di solito sono ragazzi deboli, di solito in atti di bullismo sono quelli che subiscono, ma dal mio angolo prospettico, quello del carcere minorile, forse in modo un po’ sorprendete, molti ragazzi cosiddetti “bulli” rilevano di essere stati a loro volta vittime di bullismo. Questo è un dato sorprendente, quando si cercano dei segnali, o si cerca di comprendere un ragazzo, si presta attenzione ai ragazzi più chiusi e timidi. In realtà, nell’ambito sportivo così come nel carcere minorile i ragazzi apparentemente violenti che esercitano un certo tipo di prevaricazione sugli altri possono nascondere storie di bullismo subito, storie di abusi, soprattutto nell’infanzia. Il racconto di questi ragazzi, spesso drammatico, è davvero emblematico. Hanno dovuto affrontare la situazione mettendo davanti a sé un IO forte, molte volte per nascondere gli abusi subiti durante la loro infanzia. Allora per un allenatore/educatore è importante andare a cogliere i segnali, che quindi non arrivano solo da una debolezza ma anche segnali visti in comportamenti eccentrici, ragazzi che voglio essere al centro dell’attenzione, che vogliono prevaricare sull’altro, che hanno bisogno di emergere sopra al gruppo pur di essere riconosciuto. Questi comportamenti un po’ devianti, possono essere indice di una situazione nascosta legati a fattori di abuso o maltrattamenti o legati soprattutto ad un senso di inadeguatezza, che molto spesso precede i loro comportamenti.
A volte alcuni ragazzi raccontano di aver compiuto reati, per nascondere questa fragilità e per un senso di inadeguatezza rispetto al mondo degli adulti ed alle loro attese.
L’ansia da prestazione, che molto spesso si ritrova nella pratica sportiva, a causa delle pressioni di famiglia o allenatori, insinua nelle menti dei giovani l’idea di essere inadeguati o meno validi se non si raggiungono i risultati attesi. In questo caso si parla di abusi, non fisici, ma psichici ed emotivi che si inoltrano nel vissuto di questi ragazzi e possono determinare situazioni di ansia e stress che portano anche ad una vera e propria depressione.
Non serve escludere o allontanare, ma entrare in un dialogo profondo con questi ragazzi comprendere e capire perché dietro certi comportamenti, c’è sempre un ragazzo che soffre, una storia di abuso o maltrattamento. E quindi è importante che dirigenti, allenatori, educatori si formino, e abbiano il coraggio di affrontare questi comportamenti con competenza.